Ecco a voi come si prepara la “nzerta di pomodori m’bernoli”

La buona abitudine di conservare i pomodori “appesi”, ha sempre fatto parte della mia vita.  La ‘nzerta, da sempre associata al mondo rurale, oggi si riscopre come uno dei metodi di conservazione più salutari, ma anche più versatili, adatta ad una moltitudine di preparazioni che la rendono una delle protagoniste indiscusse della cucina, soprattutto mediterranea. Procurarsi un “filo di pomodori appesi” non è facile, primo perché si tratta di produzioni artigianali limitate a zone geografiche molto ristrette, poi la quantità di prodotto lavorato in questa maniera spesso ha un costo abbastanza elevato, soprattutto durante il periodo invernale, quando la possibilità di acquistarne è decisamente ridotta. Vi spiego come realizzarne una a casa vostra. Dovrete procurarvi il pomodoro quello ciligino possibilmente. Quest’ultimo, rigorosamente raccolto a “grappoli”, magari ne avete già nell’orto, potreste raccoglierlo li, oppure rivolgervi al vostro contadino di fiducia. Attenzione, il tempo non gioca a vostro favore, una volta raccolti, bisogna subito, iniziare a lavorarli, altrimenti, tutto il vostro impegno, cadrà a terra un pomodoro dopo l’altro, nel giro di un paio di giorni…In Calabria “insertiamo”, anche, il pomodoro cosi detto “gialletto”, un pomodoro con una polpa rossa e molto soda, ideale per chi, anche durante la stagione più fredda, non sa rinunciare ad una bella insalata di pomodoro. I pomodori raccolti nel mese di settembre dichiarano già una loro propensione a resistere nel tempo, hanno una buccia abbastanza dura, questa serve a conservare il prodotto integro, che spesso raggiunge la perfetta maturazione proprio dopo essere stato appeso. Continuate ad inserire i pomodori, alzando di volta in volta il distanziatore.Tenete conto che la costruzione deve essere armonica, bisogna inserire i grappoli di pomodori alternandoli nel senso della direzione di crescita, mi spiego meglio: nello stesso grappolo i pomodori crescono tutti verso un’unica direzione, bene, sulla n’zerta, basterà alternare proprio questa direzione creando, così, un filo di pomodori pieno ed armonico.Ricordate che la forma spesso coincide con la qualità del prodotto, un filo di pomodori messi sù alla rinfusa non permetterà una giusta conservazione nel tempo. Una volta esaurito lo spago a disposizione, esercitate una leggera pressione sui pomodori infilati in modo da inserirne ancora un po’. Perché bisogna tener conto che, nei giorni a seguire, i pomodori tenderanno ad assestarsi verso il basso, svuotando il filo nella parte alta, quella in prossimità del gancio. Una volta ultimata, la ‘nzerta va appesa al soffitto, distante dalle pareti, in un luogo fresco ed asciutto, magari in cantina o meglio ancora in un locale ben areato, dal momento che proprio un’ottima circolazione dell’aria consentirà una corretta conservazione della ‘nzerta.



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Published by Maria Lombardo

Indiscussa collaboratrice di Redazione asfalantea.it, Maria Lombardo, nata a Vibo Valentia il 16 gennaio del 1978, vive ed opera a Nicotera nell’ambito della Rivalutazione del Territorio. Laureata all’Università degli studi di Messina col massimo dei voti nel 2009, con una tesi in Storia Moderna dal titolo Regno di Napoli e la Calabria nel 700: Nicotera nel 700, relatore Prof. Giuseppe Cariddi. Nel 2009 entra a far parte dell’Associazione Culturale Comitati Due Sicilie e, nello stesso anno, dal presidente Fiore Marro viene nominata Consigliere della Commissione Cultura, carica che riveste ancora oggi. Nel 2009 inizia a scrivere per calabresi.net e collabora con Due Sicilie Oggi. Come storica si occupa di Storiografia Borbonica e viene spesso invitata, come relatrice, a convegni e tavole rotonde.

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