È una pitta sottilissima e senza lievito che si prepara nella Bovesia Calabrese ossia la parte meridionale della Calabria. Probabilmente era un tipo di pane senza lievitazione, insomma una sorella sconosciuta della piadina romagnola. Appunto perché bisogna farla conoscere al grande pubblico ho deciso di parlarne. La Lestopitta dall’etimologia non significa pitta veloce ma pitta sottile ed è stato Gerhard Rohlfs, glottologo berlinese, il massimo benemerito degli studi grecanici, a specificarci che pitta significa focaccia. Inoltre anche il Satriani nei suoi libri scrive delle Lestopitte come pizzette sottili, cibo semplicissimo fatto di farina di grano impastata con acqua e fritta senza lievito. Una pietanza che poteva essere portata al pascolo aspromontano era ed è un cibo povero, squisito, facile da realizzare, e veloce da consumare. Insomma di meglio non si poteva anche accompagnato con i formaggi locali. Pochi ingredienti immutati nel tempo, occorrono una padella, farina, olio, sale e il companatico. Bisogna impastare ben bene gli ingredienti facendoli divenire omogenei. Serve forza e pazienza. Si separa un piccolo panetto per spianarlo con il mattarello fino ad ottenerne una sfoglia del diametro di circa 10-15 centimetri. Successivamente la focaccia viene fritta in olio già portato in ebollizione. La Lestopitta sarà pronta quando avrà assunto un colore dorato. Un consiglio spassionato serve mangiarla calda magari con formaggio locale, o farcitata con salsiccia, salumi, peperonata, ciccioli di maiale, parmigiana di melanzane, olio, sale e peperoncino di Calabria, bella prova di coraggio.