Un prodotto scenografico, folkloristico, una delle leccornie più gustose e particolari prodotte coi fichi dottati del cosentino. Fichi di cui ho parlato ampiamente in questo blog! Intanto vi do qualche pillola di storia, i fichi di Calabria sono sempre stati apprezzati da ogni classe sociale persino Gioachino da Fiore dice: “Nientemeno più prezioso, e per la copia e per la perfezione egli è il raccolto dei fichi. Principia egli nel mese di giugno e si allunga fino all’altro di dicembre, sempre l’une succedendo all’altre … nere, bianche, altre brune, altre rossicce, tutte però così dolci, che filano dalla creduta bocca stille di miele, e come se per filarlo non bastasse una sola apertura sul capo, sovente ancora si stracciano per i fianchi”. Ma cos’è “u paddruni i fichi”? In italiano è il pallone di fichi proprio in onore all’accurata composizione esterna che protegge i fichi, rigorosamente sferica. Al suo interno si celano fichi cotti racchiusi in un pacchetto di foglie di fico legate con rafia. Una produzione davvero antica in cui vengono custoditi 20 fichi trattati e infagottati in modo che si possano conservare e mangiarle ad ogni festa ed evento. Ricco di aromi e profumi di una Calabria “sauvage” ma anche prodotto completo che si addiceva come pranzo accompagnato da un tozzo di pane e vino. Inoltre in Calabria le puerpere lo mangiavano per le astenie, nulla di più buono e salutare. Frutto molto ricco dal punto di vista proteico, con proprietà antimicrobiche, digestivo e espettorante. Ma ora vediamo la ricetta rigorosamente quella antica con la speranza che nelle zone dove questa è in disuso riprenda. Il pallone di fichi si produce come se stessimo facendo il famoso miele di fichi usato in pasticceria calabrese, attenzione sempre in questo blog ne ho parlato chi mi segue in giro per il mondo può leggere i miei vecchi articoli. I fichi si mettono interi nella casseruola appena vengono raccolti, quindi è un prodotto che si prepara in estate per mangiarlo a Natale. Si ricoprono di acqua e si lasciano bollire finché non diventino neri, servono due orette di cottura. Dopo la bollitura si scolano e si adagiano al sole per farli asciugare. Finita l’asciugatura si aromatizzano con cannella aggiungere un po’ di miele di fichi (ossia il liquido di cottura), noci o mandorle tritate grossolanamente e buccia d’arancia a pezzetti. Si passa a ricavare una palla pressando i fichi e avvolgendola in 1 o più foglie di fico. Legare con filo di rafia e far asciugare in forno per 10 min a 180°. Conservarli avvolti nella foglia. Scenografico quando si presenta in tavola è un prodotto pronto all’uso. Servire aprendo parte delle foglie di fico per consumarli come fichi interi oppure tagliandoli a pezzi per formare più porzioni. Ottimo per accompagnare vini rossi e bianchi, vini passati, Marsala e liquori. Fantastico se servito con formaggi come pecorino, grana, parmigiano reggiano, gorgonzola, i formaggi a pasta semidura come il taleggio, il gouda, asiago, i caprini e la ricotta. Che meraviglia la tradizione calabrese.