Si tratta della realizzazione de “lu cocculu di lu muortu”, mediante l’attività di incavo e pulizia di una grossa zucca (preferibilmente di color arancione), e del successivo girovagare per le vie del paese bussando alle porte delle abitazioni e chiedendo, appunto, “mi lu pagati lu coccalu di lu muortu?”. Il tutto da compiersi fra l’ultimo giorno di ottobre ed i primi due di novembre. Una pratica che consente di ottenere un buon ricavato ai bambini più determinati e meno timidi, che ha subito una qualche attenuazione negli ultimi anni. Ogni luogo contadino analizza ed affronta la morte nel modo più semplice la zucca diviene a Serra un teschio insomma sembra la festa di Halloween “ante litteram”. A Serra per esempio non solo i bambini svuotavano questa zucca gialla creando teschi macabri ma inserivano nella bocca una candela un modo per stabilire un contatto con i loro morti. Insomma era una festa di ritorno! Esorcizzano la morte avvicinandosi e chiedendo un premio per questa prova di coraggio o soldi o leccornie. Attenzione cari lettori mentre in altre zone riti come questo sono periti negli anni ’50 a Serra si rinnova ed è vivo. I bambini serresi non vanno in giro mascherati, non indossano maschere spaventose. Si divertono e fanno rivivere una tradizione dal forte significato antropologico. È quindi verosimile pensare che gli emigrati arrivati negli Stati Uniti abbiano continuato a praticare gli usi e i costumi della terra d’origine e che le tradizioni italiane (tradizioni similari a quella di Serra San Bruno sono state riscontrate in Friuli, Sardegna, Puglia, Sicilia, anche queste terre di forte emigrazione) abbiano incrociato quelle celtiche ed irlandesi della festa di Samhain (fine dell’estate inizio del nuovo anno), a cui si fa risalire la festa di Halloween (All – hallows eve). Da questo incontro sarebbe nata una delle celebrazioni più importanti d’America che nel giro di pochi anni ha acquisito le caratteristiche dell’orrido e del macabro con cui sta conquistando il mondo.