Le cioce erano il calzare tipico diffuso in molte regioni dell’Italia centrale e meridionale che, fin dal Settecento, dette il nome ad una parte del suo territorio (Ciociaria) ed ai suoi abitanti. La loro origine è controversa ed una colta tradizione, basata su un passo dell’Eneide, le riporta al popolo degli Ernici. Negli ultimi secoli sono state per eccellenza le calzature autocostruite più economiche; realizzabili con pelli bovine, ovine, suine, bufaline ed asinine, naturali o conciate, erano robuste ed adatte per camminare su campi lavorati e su percorsi impervi, nonché resistenti a lavori usuranti, come la vangatura. Nella loro costruzione erano impiegate lesine o coltelli per il taglio del cuoio – che, non di rado, manteneva il caratteristico pelame – e la sgorbia (scalpello a lama per praticare fori pressoché rettangolari o ovali, uguali tra loro, per il passaggio delle stringhe). Il calzare era dotato di un plantare di cuoio curvato a forma quasi di barchetta, in alcuni casi con una punta, più o meno accartocciata ed inarcata, legato da lunghe stringhe, anch’esse di cuoio ma flessibili, avvolgenti il polpaccio fino al ginocchio, con all’estremità due spaghi per un’agevole annodatura. In antico, al posto delle stringhe, si usavano spaghi, cordicelle o fettucce. Sotto il plantare erano inseriti, con chiodi o grappe artigianali, due rinforzi di cuoio sui quali si applicavano le bollette, chiodi molto corti e dalla testa ampia e bombata con funzione antiusura e antisdrucciolo. Dopo la seconda guerra mondiale il cuoio è stato sostituito da pezzi di copertone e di camera d’aria di pneumatici. Corredavano le cioce i calzettoni di lana, utili contro il freddo ed il morso delle vipere, ricoperti da panni di canapa o di lino; i pastori, per difendere le gambe dai rovi e dall’acqua, indossavano il guardamacchia: una pelle di capra dal lungo pelame, posta sopra i calzoni e legata alla cintura e ai polpacci. L’uso delle cioce, noto anche in tutto il Regno delle Due Sicilie è durato nell’Italia centrale fino agli anni ’60 del XX sec.