Il Vibonese seppur con i suoi immani problemi è un lembo di terra bellissimo e per alcuni tratti”sauvage”. Nel territorio di Cessaniti si trovano le cosidette “vucche du diavulu”, fori naturali attorno ai quali sono sorte le più disparate leggende. In Calabria quando qualcosa non si spiega con la razionalità si dà sfoga alla fantasia e nascono leggende bellissime. In passato si pensava che all’interno vi fosse il respiro del diavolo o il rifugio di qualche mostro, per cui nessuno osava avvicinarsi. In realtà si tratta solo di interessanti fenomeni geologici! Queste cavità si trovano nelle campagne tra gli uliveti secolari sono dei cerchi perfetti di 40 metri. Da qui nacque l’ulteriore leggenda da questi fori uscirebbe il respiro del diavolo che dorme sottoterra. Per alcuni le bocche nasconderebbero i fajetteji (piccoli folletti vestiti di rosso), altri pensano, invece, che possano essere la dimora della malvagia Lamia, una figura mostruosa che si nutre di sangue umano. Ma la cosa che sbalordisce maggiormente è la credenza secondo la quale le bocche del diavolo avrebbero inghiottito Cozzojeroni, uno dei primi insediamenti urbani del territorio di Cessaniti. Da questo avvenimento (cessau, cessato di esistere) deriverebbe il nome del paese. Inoltre l’ interpretazione etimologica, però, non trova alcun riscontro nella toponomastica locale. Una cosa è certa da queste cavità fuoriesce aria qui il mistero sembra non darsi mai per vinto.