Francesco Jerace lo scultore nato a Polistena (RC) apprezzato a fine ottocento

Poco conosciuto al grande pubblico specie meridionale Francesco Jerace è stato recentemente protagonista “Il Bello o il Vero. La scultura napoletana del secondo Ottocento e del primo Novecento”, una mostra napoletana molto visitata. Nasce a Polistena nel luglio del 1853 fratello d’arte inizia ad assaporare l’amore per l’arte in seno alla famiglia. Tuttavia l’allievo supera il maestro ed oltre ad osservare i fratelli passa tempo utile col nonno noto decoratore. Dopo l’infanzia a Polistena nel ’69 va a Napoli dove al Real Istituto di Belle Arti frequenta Angelini e Solari ed infine Andrea Cefaly. A questo periodo di formazione, seguì la fase di perfezionamento a Roma, durante la quale iniziarono ad arrivare i primi riconoscimenti. Molto famoso è ricercato e braccato dai più noti ambienti culturali, il suo stile molto mescolativo che ne dimostrò grande originalità. Ma fu grazie alla nobildonna calabrese nel 1873 la duchessa Teresa Filangieri Fieschi Ravaschieri introdusse Jerace negli ambienti del collezionismo napoletano. La donna oltre a fungere da “mecenate” lo porterà a conoscere Mary Somerville, per la quale realizzerà il monumento funebre della madre, scolpito nel 1873 e conservato a Napoli nel cimitero degli Inglesi. Il suo estro creativo lo portò a Torino le sue 7 opere esposte all’esposizione nazionale di Torino, nel 1880,furono mlto apprezzate. Portò la Victa che ricevette ottime recensioni per il carattere indomito e fiero dell’espressione. Opera davvero apprezzata vinse 3000 lire per faarne altre 5 repliche che poi si moltiplicarono in 20! La medaglia d’oro però il calabrese la agguantò in Australia. Nel 1891 passò al Ministero che lo collocò nella commissione permanente delle Belle Arti. La Biennale di Venezia, nel 1909, dedicò a Jerace una sala personale. Al compimento dei suoi 73 anni Francesco lascia testamento non dimenticandosi della sorella Anna a cui lascia la casa di Polistena. Così lascia per iscritto:«La casa di Polistena resta a mia sorella Anna finché avrà vita poi giudicherà opportuno Mariarosa (figlia dello stesso Francesco) di disporre o dandola come appendice dell’Ospedale di S. Maria degli Ungheresi o al Comune per scuola facendola adibire all’insegnamento del cucito. Le mie 87 azioni della Banca Popolare servirebbero pure a tale scopo…». Mariarosa decise di lasciare la casa al comune. Il sindaco rispose disponibile all’accettazione che, però, rinviò o addirittura dimenticò, tanto che, due anni dopo, e precisamente nel 1966, Maria Rosa, con atto notarile, donò all’amministrazione provinciale di Catanzaro, n. 34 opere ed alcuni attrezzi di lavoro del padre Francesco.Nel trigesimo della morte di Francesco Jerace, allorquando Polistena gli tributò solenni e commosse onoranze, sulla facciata della casa natale di via Domenicani, fu sistemata la lapide marmorea, tuttora visibile ed in precarie condizioni, dettata dal Commendatore Raffaele Valensise: «In questa casa il XXVI luglio MDCCCLIII nacque Francesco Jerace scultore insigne morto a Napoli il XVIII gennaio MCMXXXVII a perenne memoria del grande polistenese il cui nome varco’ i confini d’Italia i suoi concittadini questo marmo posero XX febbraio MCMXXXVII – XV» Morì a Napoli nel 1937, le sue opere infatti sono visibili nella Capitale Borbonica tra le quali quella raffigurante Beethoven, nel cortile del Conservatorio di Napoli e quella dedicata a Mary Somerville. Ancora altre opere donate al Comune ed esposti a Castel Nuovo, 57 opere fra marmi, gessi e terrecotte. I discendenti costretti a donare i capolavori poiché palazzo Jeraci di via Crispi vennee abbattuto negli anni ’70. Inoltre le opere di Jeraci sono visibili anche in Calabria in collezioni private, o al Museo di Arte Sacra di Vibo Valentia e nei posti più visitati della Città di Catanzaro. Al MARCA si trova un nucleo di trenta opere risalenti ad un periodo compreso tra la seconda metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, alcune in gesso, altre in marmo, donate all’Amministrazione Provinciale da una delle figlie dello scultore, Donna Rosa, nel 1966. Bassorilievi e numerosi busti in marmo per personaggi benemeriti. Non poteva mancare di poter ammirare altre opere proprio a Polistena ben 17 donate al Comune. A Polistena segnaliamo il suggestivo Monumento ai caduti della prima guerra mondiale in piazza del Popolo.Jerace fu un artista di fama mondiale per cui troviamo altre sue opere in varie città europee, tra le quali Monaco di Baviera, Atene, Londra, Madrid, Berlino, Odessa, L’Aia, Varsavia. Fuori dal continente europeo, troviamo opere di Jerace a Bombay, in India. Ai posteri di lui rimane anche una bella frase molto attuale: «Patisco d’amor patrio, soffro di sentimentalità per il glorioso nostro passato, mi cruccio dell’abbandono in cui siamo caduti e tenuti… e specialmente cerco di far apparire nobile, grande e bella la nostra Calabria, anche quando è giustamente accusata.»



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