Magna Grecia, origine e nomi della Calabria: l’istmo e le tre V di Catanzaro

Poche persone sanno che la parte in assoluto più stretta d’Italia è l’Istmo di Catanzaro. Si tratta infatti di una sottile lingua di terra, di appena trenta chilometri, che divide il mar Jonio dal mar Tirreno, da sempre antico e affascinante luogo di incontro fra Oriente e Occidente. E non è solo una peculiarità geologica e geografica: questo territorio infatti conserva tracce di storia, arte, tradizioni, leggende e miti che interessano l’intero Paese. Infatti pochi sanno che proprio da quest’area, trae origine il nome “Italia”. Termine che deriva dal vocabolo Italòi, con cui i Greci designavano i Vituli, cioè gli Itali, una popolazione che abitava queste terre e adorava il simulacro di un vitello. Il nome, dunque, significa “abitanti della terra dei vitelli” e fino all’inizio del V secolo a.C. indicava soltanto l’attuale Calabria, per poi identificare gradualmente tutta la parte meridionale del Paese. Catanzaro, è definita anche la città delle tre “V”: vento, velluto, Vitaliano.
Il perché è presto detto: il vento a Catanzaro non manca mai, Vitaliano è il Santo Protettore, mentre il velluto rimanda all’antica arte della seta, di cui Catanzaro è stata per tutto il Medioevo e fino alla fine del XVIII secolo un centro nevralgico, fra i più attivi d’Europa in questo settore, tanto da rendere l’intera area molto ricca. Non a caso, ancora oggi molti toponimi del suo centro storico evocano quei fasti: rione Filanda, Via Gelso Bianco, Vico dell’Onda.
Felice Terra la nostra. Tesori da (ri)scoprire. Tesori da preservare.

Origine del nome Italia

Il termine Italia fu una delle prime denominazioni con cui gli antichi Greci indicarono un’ampia area dell’attuale Calabria.

Tucidite scriveva della Calabria: “Quella regione fu chiamata Italia da Italo, re arcade”.

Aristotele (Politica, VII, 9, 2): “Divenne re dell’Enotria un certo Italo, dal quale si sarebbero chiamati, cambiando nome, Itali invece di Enotri. Dicono anche che questo Italo abbia trasformato gli Enotri, da nomadi che erano, in agricoltori e che abbia anche dato ad essi altre leggi, e per primo istituito i sissizi. Per questa ragione, ancora oggi alcune delle popolazioni che discendono da lui praticano i sissizi e osservano alcune sue leggi“.

Aristotele (Politica, VII, 10, 2-3): “Italo, re degli Enotri, da lui in seguito presero il nome di Itali e Italia l’estrema propaggine delle coste europee delimitata a nord dai golfi [di Squillace e di Sant’Eufemia], di lui dicono che abbia fatto degli Enotri, da nomadi che erano degli agricoltori stabili e che abbia imposto loro nuove leggi, istituendo tra l’altro per primo le sissizie”.

Antioco di Siracusa, nel V secolo a.C.: “L’intera terra fra i due golfi di mari, il Nepetinico [Sant’Eufemia] e lo Scilletinico [Squillace], fu ridotta sotto il potere di un uomo buono e saggio, che convinse i vicini, gli uni con le parole, gli altri con la forza. Questo uomo si chiamò Italo, che denominò per primo questa terra Italia. E quando Italo si fu impadronito di questa terra dell’istmo, ed aveva molte genti che gli erano sottomesse, subito pretese anche i territori confinanti e pose sotto la sua dominazione molte città”.

Origine del nome Brattia

Stefano Bizantino nel suo dizionario sui nomi dei popoli compilato nel V secolo d.C., rifacendosi ad Antiochio da Siracusa, storiografo attivo verso la fine del V secolo a.C., afferma che prima di chiamarsi Enotria, l’Italia (la Calabria) era chiamata Brettia[1]

Origine del nome Enotria

Dionigi di Alicarnasso la definisce Enotria: “Gli Arcadi, primi tra gli Elleni, attraversato l’Adriatico si stanziarono in Italia, condotti da Enotro, figlio di Licaone, nato 17 generazioni prima della guerra di Troia, giunse all’altro mare, quello che bagna le regioni occidentali d’Italia. Questo si chiamava Ausonio dagli Ausoni che abitavano le sue rive; … e fondò sulle alture piccoli centri abitati vicini gli uni agli altri, secondo la forma di insediamento consueta tra gli antichi. E la regione occupata, che era vasta, fu chiamata Enotria ed enotrie tutte le genti su cui regnò“.

Origine del nome Magna Grecia

Ipotesi della Calabria del VI secolo a.C.

La Calabria e altre aree dell’Italia meridionale, probabilmente a partire dal IV secolo a. C. furono indicante con la denominazione di Magna Grecia, in greco Μεγάλη ῾Ελλάς (leggi Megale Ellas). *1

Questa denominazione fu attribuita al territorio occupato dalle città di origine greca che a partire dall’VIII secolo a.C. si erano sviluppate lungo le coste dell’Italia meridionale, soprattutto nella Calabria Jonica, per indicare l’alto grado di prosperità raggiunto dalle città, soprattutto tra il VI e il V secolo a.C.[2]

Origine del nome Esperia e Ausonia

I greci la chiamarono Ausonia, dal nome di Ausonio, figlio di Ulisse; Ausonio fu anche chiamato il mare Tirreno.

Sempre i greci la definirono Esperia, poiché situata ad occidente.[3]

Origine del nome Lucania

Nel V secolo a.C. gran parte dell’attuale Calabria fu assoggettata ad un forte popolo di stirpe osca, venuto dall’attuale area compresa tra la Basilicata e la Provincia di Salerno: i Lucani.

I Lucani dominarono per oltre un secolo su un ampio territorio dell’attuale Calabria, fino alla metà del IV secolo a.C., quando a loro si ribellarono i Brettii, che li ricacciarono verso il nord della regione, oltre il confine posto tra le attuali località di Cirella, frazione del comune di Diamante, e Thurio, frazione del comune di CoriglianoRossano.

Origine del nome Bruzio – Bruttium

Tabula Peutingeriana: Il Bruttium (Calabria) del II-IV secolo d.C.

La denominazione di Bruttium (Bruzio) fu data alla Calabria dai Romani, poiché abitata dai Brettii, che loro chiamavano Bruzi.

Il termine Bruttium (Bruzio) , indicò, grosso modo, l’attuale Calabria fino al VI secolo d.C., quando i Bizantini istituirono il Ducato di Kalabria, includendo l’attuale Calabria, al tempo denominata Bruzio e l’attuale Salento, al tempo denominato Calabria.

Nel 7 d.C., con l’imperatore Augusto, l’Italia romana fu divisa in undici regioni e l’attuale Calabria, fu unità a gran parte dell’attuale Basilicata e Provincia di Salerno, nella III Regio Lucania et Bruttii.

Origine del nome Calabria

Tabula Peutingeriana: Il Bruttium (Calabria) del II-IV secolo d.C.[/caption]

Il termine Calabria deriva dalla popolazione dei Calabri, uno dei due gruppi in cui si divideva l’antico popolo dei Messapi, stanziato nell’attuale Penisola Salentina: i Calabri verso il mare Adriatico, i Sallentini verso lo Ionio.[4]

Per tutto l’evo antico e fino al VI secolo d.C. con il termine Calabria si indicava l’attuale Salento, successivamente, con l’istituzione del Ducato di Calabria da parte dei Bizantini, il nome Calabria fu esteso anche al Bruttium.

Tra il 671 e il 687, con la conquista del duca longobardo Romualdo di tutta la Puglia e della Calabria settentrionale fino alla Valle del Crati, il termine Calabria fu assegnato dai Bizantini solo al territorio ancora sotto il loro dominio: l’attuale Calabria meridionale.[5]

Origine del nome Le Calabrie

In epoca sveva, l’attuale Calabria fu suddivisa in tre regioni geografico-amministrative, i cosiddetti Giustizierati: la Valle del Cratila Terra Giordana e la Calabria (propriamente detta).

Anche se di fatto, ben presto la Valle del Crati e la Terra Giordana furono unite sotto un’unica entità amministrativa.

A partire dal XVI secolo, la Calabria fu divisa in due entità distinte: La Calabria Citra (Calabria Citra flumen Nethum) e la Calabria Ultra (Calabria Ultra flumen Nethum), divise ad est dal corso del fiume Neto e ad ovest da quello del Savuto.

Nel 1806, con la legge 132 sulla divisione ed amministrazione delle province del Regno, varata l’8 agosto da Giuseppe Bonaparte, la ripartizione territoriale del Regno di Napoli venne riformata sulla base del modello francese e fu soppresso il sistema dei Giustizierati.

La Calabria restò divisa in due entità separate, a nord fu istituita la Provincia della Calabria Citeriore e a sud la Provincia della Calabria Ulteriore, a sua volta divisa in Ulteriore Prima e Ulteriore Seconda a partire dal 1817.

Successivamente, con la nascita del Regno d’Italia, la Calabria Citeriore divenne la Provincia di Cosenza, la Calabria Ulteriore Prima quella di Catanzaro e l’Ulteriore Seconda quella di Reggio Calabria.

La denominazione attuale della Regione

Le Cinque Province della Regione Calabria

Nel 1948, con l’introduzione degli enti Regioni, le tre provincie furono unite in una delle regioni italiane: la Calabria.

Nel 1970, infine, con l’istituzione delle regioni, le tre provincie calabresi, divenute cinque nel 1992, furono unificate amministrativamente nella Regione Calabria.

 

 

 

 

 

Fonte: Calabriaportal

[1] Storia e Cultura dei Brettii di Pier Giovanni Guzzo

[2] treccani.it

[3] Storia della Calabria di Mario Felice Marasco

[4] treccani.it

[5] Storia degli Arabi in Calabria di A. M. Loiacono



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