Noccioleti floridi e rigogliosi crescono anche in Calabria specialmente nelle preserre che va da Cardinale a Simbario, frutto straordinario che va protetto a tal fine decidendo di consorziarsi per tutelare il prodotto calabro, hanno lavorato bene i produttori calabri. Tonda Calabrese è il nome di “battaglia” della nocciola di Calabria oggi questo prodotto vanta la presenza in molte filiere. I consorziati calabresi si trovano immersi nella città della nocciola al fine di conferire un titolo slow food al prodotto calabrese. Il frutto del nocciolo è ricco di vitamina E, e di fitosteroli, una sostanza ritenuta importante per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Inoltre contiene grassi monoinsaturi in grado di abbassare il livello del colesterolo LDL e dei trigliceridi, nonché costituisce una buona riserva di sali minerali. c’è un plus: “I risultati preliminari sulla nocciola calabrese evidenziano altresì alcune specificità connesse alla composizione lipidica. In particolare emerge, rispetto alle altre varietà presenti sul mercato, una maggiore concentrazione di acido oleico e una più bassa concentrazione di acido linoleico che spiegherebbe la maggiore conservabilità Qualità benefiche ed organolettiche che riscuotono sempre un maggiore interesse, come dicevamo proprio nel settore alimentare. Con queste credenziali non poteva essere una Cenerentola della cultivar calabresi. Rivalutata fortemente è ingrediente delizioso di dolce e salato, cresciuto nel comparto con un programma di recupero di terre incolte e vecchi noccioleti a tal punto che in soli 50 anni si è passato dai 4.290 quintali del 1961 agli attuali 8.500. E la protagonista di questo piccolo miracolo produttivo si chiama “Tonda calabrese”. Un solo problema i cinghiali che scorrazzano nelle Serre ne vanno ghiotti e devastano le colture. Ci auguriamo ora che la filiera si possa concludere in loco magari con lo sviluppo dei macchinari. Chi vivrà vedrà!