Questo era uno dei periodi dell’anno in cui questo gioco era maggiormente praticato, le feste e la domenica i giorni per riunirsi e giocare a “patruni e ssutta”. Si poteva giocare in due modi o in cantina il bar “ante litteram” o per strada in un posto appartato usando il metodo del tocco. Era un gioco per uomini ed è chiaro! Bevute e carte la scelta più in auge. Infatti gli uomini usavano giocare “a patruni e ssutta” con le carte napoletane. Lo scopo era altre tanto chiaro pagare e farsi pagare da bere dal gruppo: in palio “tre quarti e una gazzosa!”. Un gioco questo diffusissimo nel Mezzogiorno Sicilia, Calabria , Puglia e con varie varianti a seconda del posto. Ecco che fin dal primo pomeriggio gli uomini si recavano nelle cantine del paese ed organizzato il tavolo da gioco e scelto la propria squadra si dava inizio a questo gioco praticatissimo. Era questo un gioco di squadre molto seguito chi non giocava tifava. L’unico svago che il povero contadino calabrese o “operaio” poteva permettersi bere il più possibile e pagare il meno possibile. Vi era nel gioco una clausola importante qualcuno dei giocatori poteva o doveva rimanere “all’urmu” cioè senza aver bevuto per tutto il protrarsi del gioco. Ho la chiara impressione che il gioco abbia delle radici francesi quest’ultima espressione deriva dall’espressione francese «Attendez moi sous l’orme» («Aspettatemi sotto l’olmo», cioè inutilmente). Il gioco si faceva anche non poco “limpido” i giocatori preferivano anche ubriacarsi pur di lasciare l’avversario all’urmu. Il gioco a carte era la briscola la primera incorona “u patruni” ed il secondo punteggio più alto è “u sutta”. “U sutta” sceglie “u patruni” che dovrà bere che può rispondere se accetta o meno, il gioco si complica quando questi personaggi sono in squadre diverse.Era il divertimento principale dei nostri vecchi e con questo gioco si sono instaurate inimicizie durature, eseguite “sciarri” memorabili e feroci vendette. Oggi questo gioco non si pratica più molto resistono solo pochi irriducibili che magari vogliona abbattere l’afosa calura estiva. Un ricordo degli anziani che in qualche circolo lo praticano ma vale la pena rammentarlo.