“U carrettu e a settimana” i giochi più amati dai bimbi calabresi

Sicuramente tutti, da generazioni più grandi a noi più giovani, abbiamo sperimentato il gioco del carretto. Ricchi e poveri senza distinzione hanno costruito con ingegno e con attrezzi e materiali di fortuna questo gioco che serviva per spostarsi. Il carretto aveva avuto il suo “boom” quando acquistare un giocattolo era proprio una rarità e quindi per giocare si doveva usare la fantasia. Costruirlo però era molto faticoso! L’abilità di cercare i materiali, l’abilità nelle mani e la fantasia erano importantissimi, spesso poi si doveva ricorrere all’aiuto del mastro dove il pomeriggio le famiglie mandavano i giovani. Il quale gentilmente prestava attrezzi o dava qualche materiale. I ragazzi facevano a gara per andare da “u meccanicu” pur di accaparrarsi i cuscinetti, elemento basilare per la costruzione del carro. Per la sua costruzione si utilizzava una bella tavola per la base, ad essa si fissava l’asse posteriore su cui si infilavano i cuscinetti meccanici e infine con un bullone si fissava sempre sulla tavola l’asse anteriore. Quest’ultimo si fissava con il bullone per poter avere la possibilità di farlo girare per avere il controllo sulla direzione. Ricordo benissimo quando per costruirlo usammo l’anta di un vecchio mobile di formica e via su e giù dalla discesa coi miei cugini. Altri tempi! Bei tempi quando ti stufavi dei tradizionali giochi dovevi fare altro anche per passare l’estate in spensieratezza. Si partiva a frotte e si attendeva il proprio turno per sentire l’ebbrezza “del pericolo” la velocità, mista alle urla delle madri “ma non potiti fari giochi menu pericolosi” quando ci si trovava per terra sanguinanti e con gli abiti stracciati. Oggi purtroppo questi giochi sono scomparsi ma non nei ricordi quelli resteranno sempre! Per quanto riguarda la campana che a Nicotera chiamiamo “settimana” era un gioco più tranquillo sia per noi bimbi che per le mamme. Prima c’era la corsa a cercare la pietra migliore si prediligevano quelle appiattite poi c’era la corsa spasmodica del gessetto, quando c’era! Spesso però si utilizzava il carbone , si inventava di tutto pur di giocare. Si tracciavano queste caselle fino al numero dieci e via a saltelli e pose acrobatiche per non perdere il turno. Giochi di un tempo quando ci si accontentava di poco!



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