Cu ammazza ‘u porcu è cuntentu n’annu… – Chi ammazza il maiale è contento un anno intero…

Fra i dialetti italiani quello calabrese è uno dei più ricchi di influenze linguistiche, a causa delle colonizzazioni, dominazioni e incursioni di differenti popoli; al pari degli altri dialetti, ha moltissime “espressioni” tanto sintetiche quanto efficaci che soprattutto nei detti mirano a racchiudere in poche parole vicende quotidiane, rapporti intergenerazionali, relazioni di vicinato, stili di vita e fasi di lavori agricoli… Assurgono quindi a verità rivelate, su cui, al pari dei dogmi, non si discute: nemmeno sfiora il dubbio, quindi, che non siano veri o non abbiano validità universale, come recita la lapidaria quanto efficace sintesi “anticu i dissi tutti giusti“, similmente “quel che dice l’antico è sempre giusto giusto”.

I proverbi, calabresi nel nostro caso, sono un patrimonio inestimabile, ciò che rimane dall’esperienza dei nostri avi e per quanto tale bisogna continuare a tramandare e far sapere alle future generazioni nel ricordo delle nostre radici identitarie, questo è anche quello che Asfalantea si prefigge nel suo contributo alla comunità.

Oggi è la volta di: Cu si marita è cuntentu ‘nu jornu, cu ammazza ‘u porcu è cuntentu n’annu”, letteralmente: Chi si sposa è contento un giorno, chi ammazza il maiale è contento un anno intero. Una volta i nostri nonni non avendo la possibilità di conservare a lungo i cibi in frigoriferi in quanto non esistevano, hanno avuto la geniale idea di utilizzare sale e peperoncino per la conservazione. La salagione è un metodo di conservazione, essendo il sale un composto igroscopico esso elimina l’acqua dagli alimenti bloccando le funzioni vitali dei microrganismi mentre il peperoncino deve la sua piccantezza alla presenza della capsaicina, un alcaloide che ha naturali proprietà antiossidanti e antibatteriche note da qualche migliaio di anni. Il peperoncino viene usato in tutti i Paesi con un clima caldo perché consente una maggiore conservabilità delle pietanze. Solitamente nel periodo invernale ovvero tra fine dicembre e fine febbraio correva l’usanza, in quasi tutte le famiglie della nostra terra, che avevano la possibilità di allevare in proprio il maiale, di macellarlo per poi lavorarne le carni e “gustarle” durante tutto l’anno. In poche parole moglie, o marito, finiscono spesso per aver vissuto in perfetta felicità solo il giorno delle nozze, perché poi la vita presenta il conto con la realtà, fatta anche di problemi e dispiaceri. Al contrario, per il maiale, che dopo qualche giorno di lavoro e fatica, darà seguito ad un vastissimo, ricco e lungo rendimento “di prelibatezze”. È la gioia del palato a trionfare nel proverbio.

🇮🇹 Calabria Nto Cori ❤️

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