La terra di Calabria ha dato i natali a due grandi scacchisti nati tra ‘500 e ‘600. Gioachino Greco detto Il Calabrese (Celico, 1590/1600 – 1630 circa) e Giovanni Leonardo Di Bona, noto anche con il nome di Leonardo da Cutro e anche come “il Puttino” (Cutro, 1542 – Bisignano, 1597). Nati in nobili famiglie furono indirizzati verso gli studi in collegi gesuiti dove si distinsero per zelo e intelligenza. Gioachino ben presto, tuttavia, manifestò una gran passione per il nobile gioco degli scacchi al quale fu avviato da Mariano Marano. Le sue capacità e la sua intuizione erano così spiccate che presto Gioachino divenne una sorta di fenomeno tra i cultori del gioco. Si trasferì a Roma dove visse dieci anni praticando come professionista il gioco degli scacchi. Gioachino Greco è noto in tutto il mondo per il “Trattato del gioco degli scacchi” scritto e pubblicato in lingua francese, a Roma nel 1619. Il trattato ebbe un enorme successo tanto che solo nel corso della vita de Il Calabrese ci furono ben tre edizioni del Trattato. Dopo la sua morte, il trattato venne pubblicato in molti paesi europei tanto che si contano oltre 50 edizione. La fama del trattato è tutt’oggi intatta tant’è che il libro è ancora stampato, venduto e letto. Si racconta che questo calabrese viaggiò molto ma non fece più ritorno in terra natia. Ancora oggi, una delle mosse di apertura più famose al mondo è il “Gambetto” che fu ideato da Gioachino Greco. De Il Calabrese ci è arrivata la descrizione di ben 77 partite. I suoi studi si concentrarono, in particolare sulle mosse di apertura che potevano garantire già nella fase iniziale della partita un certo vantaggio. Dal libro di Gioachino Greco presero le mosse tutti gli studi successivi dei sistemi di apertura e quindi si vennero via via formando le teoria delle aperture. Intanto anche Leonardo viene inviato a Roma dove si occupa di Giurisprudenza, da Roma però passò a Napoli dove cominciò la sua passione per gli scacchi. La sua vita fu molto avventurosa, si racconta che tornato a Cutro riuscì a liberare il fratello che era stato fatto prigionieri dai saraceni. Tuttavia per quanto riguarda il giovane di Cutro è, invece, altrettanto famoso per la celebre partita con il sacerdote spagnolo Ruy López. Dalla Calabria, intraprese un lungo e avventuroso viaggio verso la Spagna. Giunto a destinazione nell’estate del 1575, Leonardo iniziò a frequentare il locale dove era solito giocare Ruy López, all’epoca il più noto scacchista di corte. Fu persino invitato a corte da Filippo II per sfidare il Re. Avrebbe vinto chi fosse riuscito a prevalere in due partite su tre. Leonardo sconfisse monsignor López, per 3 a 2 e Filippo II lo riempì di doni. Successivamente, partì per il Portogallo dove sconfisse il Moro, campione di corte di re Sebastiano. La sua vita si concluse tragicamente, fu infatti avvelenato per invidia. La grandezza del personaggio non è solo legata al gioco degli scacchi ma anche all’amore dimostrato in molte occasioni per la sua terra. Dopo questa vittoria il Calabrese non accettò doni o denari ma volle che Cutro, il paese che gli aveva dato i natali, assurgesse al ruolo di “Città” e che i suoi abitanti fossero esentati dal pagamento delle tasse per un ventennio. La sua impresa ebbe tale risonanza internazionale che il pittore toscano Luigi Mussini, immortalò la scena nel dipinto “Sfida scacchistica alla Corte di Spagna”. Il quadro, in foto, è oggi custodito in Toscana dal Monte dei Paschi di Siena. Cutro, la cittadina calabrese che ricevette un così grande riconoscimento grazie alla maestria de Il Puttino ricorda ogni anno la generosità del suo illustre figlio. La partita che fu la sua più grande impresa, viene ripetuta, ogni anno, la sera del 12 agosto nella piazza centrale dove è stata costruita una grande scacchiera sulla quale si muovono centinaia di figuranti che rappresentano le figure degli scacchi viventi. Per tale motivo, Cutro viene chiamata anche la “Città degli Scacchi” e organizza un grande torneo di livello internazionale nel mese di aprile di ogni anno, al quale partecipano scacchisti famosi di tutto il mondo.
AD MAIORA CALABRIA!