Pala e furcuni no guarda patruni- Pala e Forcone non guardano padrone


Fra i dialetti italiani quello calabrese è uno dei più ricchi di influenze linguistiche, a causa delle colonizzazioni, dominazioni e incursioni di differenti popoli; al pari degli altri dialetti, ha moltissime “espressioni” tanto sintetiche quanto efficaci che soprattutto nei detti mirano a racchiudere in poche parole vicende quotidiane, rapporti intergenerazionali, relazioni di vicinato, stili di vita e fasi di lavori agricoli… Assurgono quindi a verità rivelate, su cui, al pari dei dogmi, non si discute: nemmeno sfiora il dubbio, quindi, che non siano veri o non abbiano validità universale, come recita la lapidaria quanto efficace sintesi “anticu i dissi tutti giusti“, similmente “quel che dice l’antico è sempre giusto giusto”.

I proverbi, calabresi nel nostro caso, sono un patrimonio inestimabile, ciò che rimane dall’esperienza dei nostri avi e per quanto tale bisogna continuare a tramandare e far sapere alle future generazioni nel ricordo delle nostre radici identitarie, questo è anche quello che Asfalantea si prefigge nel suo contributo alla comunità.

Oggi è la volta di: “pala e furcuni no guarda patruni“, letteralmente: pala e forcone non guardano padrone. In questo caso durante una delle giornate esperienziali, Franca lo ha un pochino personalizzato facendo capire alla signora dietro “la maestrina” di stare attenta perché la pana dietro non sa chi può colpire indipendentemente di chi ci sia. Il detto è un proverbio di origine calabrese o anche siciliana, tipico del sud Italia, e si può tradurre in italiano come: la pala e il forcone non guardano in faccia al padrone. Il significato figurato del proverbio però è che: il lavoro duro (soprattutto quello manuale o agricolo) non fa distinzioni tra il padrone e il lavoratore: chi lavora con certi strumenti affronta la stessa fatica, chiunque sia.

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