
Ho decisi dopo attente valutazioni di proporre a tutti i lettori calabresi la vita della più grande mistica calabrese Natuzza Evolo, indossando l’habitus a me più congeniale quello storico. Natuzza nacque a Paravati di Mileto (VV) nel 1924 da una poverissima famiglia, il cui padre dovette prendere la via delle Americhe per motivi economici. La vita di Natuzza è stata semplice e umile, povera e nascosta, ma allo stesso tempo straordinaria, per il nascere e crescere di alcuni fenomeni di cui lei è stata ignara spettatrice e docile strumento. Fin dall’inizio la ragazza non riusciva a spiegarsi l’andirivieni di fenomeni e visite inspiegabili, che furono il ”pane” spirituale del futuro della mistica. Quel pane che giorno dopo giorno promuoveva nel suo apostolato, la condusse per tutta la vita senza chiedere nulla in cambio, ma avendo fame e sete di conversioni e di sofferenze riparatrici. Ha il dono della bilocazione. Vede Gesù, la Madonna, San Francesco di Paola, Padre Pio e altri santi. Vede i defunti e conversa con loro. Ma è la Settimana Santa il periodo in cui le manifestazioni si fanno più intense. Nei giorni che precedono la Pasqua, infatti, la mistica di Paravati rivive sul proprio corpo la Passione del Signore; cade in uno stato di estasi e le stimmate si trasformano a contatto con bende e fazzoletti in testi di preghiere in lingue diverse, ostie ed ostensori, corone di spine e cuori. Natuzza non era mai andata a scuola, non sapeva né leggere né scrivere. Per questo fu mandata a servizio da persone in vista di Mileto! Fin da bambina ha avuto il dono di vedere e di parlare con l’angelo custode, un bambino di otto/nove anni, che la guidava e la consigliava nel rispondere in lingue straniere, nel diagnosticare malattie con una terminologia medica che solo una persona colta poteva dare. Fin da ragazza Natuzza capì che la sua missione sarebbe stata quella di dare una parola di conforto alla gente. La giovane Natuzza nel 1938 si trovò a servizio dell’AVV. Colloca alle cui dipendenze si verificarono gli eventi più inspiegabili, come le visite dei defunti, i colloqui con questi, tanto è vero che la definirono “la radio con l’aldilà”. La fama ed i carismi che la donna possedeva, incarnavano perfettamente il suo apostolato e la sua voglia di condurre le anime alla salvezza, lei stessa sosteneva, che tutte le sue opere venivano discusse nei colloqui con la Beata Vergine ed il suo amatissimo Gesù, che vedeva ogni giorno. Le continue scritture emografiche della Santa riempiono la Calabria, eppure la donna è totalmente illetterata, spesso si definisce “verme di terra” dimostrando in toto l’amore di Dio per l’uomo. Finito il servizio dai Colloca torna a Paravati, dove la sua fama di mistica si sparge per il mondo, giungono a Paravati centinaia o molte di più di persone al giorno, tutte ricevute instancabilmente e senza chiedere nulla avvolte solo un fiore. Natuzza si sposa con il falegname Pasquale Nicolace, una moglie speciale potrei dire al servizio di dio, nel 1941, iniziano le bilocazioni il profumo mistico che annunciava la sua presenza e le continue diagnosi fatte in modo dettagliato e suggerite dall’Angelo, cose che, non necessitano commento. Riceve per anni centinaia di persone al giorno. Da lei sono passati tutti: colti, ignoranti, potenti, poveri, religiosi e laici, affidandole sofferenze, angustie, invocando conforto e luce. E lei, facendosi carico delle loro sofferenze, ha dato a tutti una parola di conforto, di speranza e di pace, una risposta certa, il sorriso e la gioia. In un passato ormai lontano, l’atteggiamento della Chiesa non era favorevole a Natuzza. Svanirà invece la prudente diffidenza delle autorità ecclesiastiche, di fronte all’ottima impressione ricevuta dalla sua vita umile, povera e obbediente. Lo straordinario irrompe nella vita dell’UMILE SERVA DI DIO in tantissime occasioni fatti specie nella Settimana Santa, quando la Santa dona a Dio le sofferenze vissute sulla Croce da Nostro Signore come riparo ai peccati immani, che l’uomo commette. Ma il vero fenomeno inspiegabile è la dolcezza e l’amore di “mamma Natuzza”. Il modo in cui portava a Dio le tribolazioni del genere umano apportando dovuto riparo con la solo preghiera, più volte si sperimentò la sua potenza. Insegnò l’obbedienza assoluta alla Chiesa, l’amore profondo per la sua creatura, la sua prima figlia, la Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime, sito a Paravati sul luogo che la Vergine le indicò. Tutti segni di un grandissima santità “eIte venite ad me omnes”, si trovò scritto su un suo indumento che fu preludio di una vita fatta di anime giunte a lei per essere ristorate e per portare al mondo che la Cittadella di Maria da lei voluta è testimone di questa donna, che li vive anche dopo la sua morte. Natuzza Evolo si spegne nel giorno in cui si commemorano tutti i Santi, il 1º novembre 2009 a Paravati (VV). La tomba di Natuzza è meta di pellegrinaggio. Segno che le sue parole si realizzano quotidianamente: “Quando sarò dall’altra parte farò più rumore”. In memoria di Natuzza.

